// di Francesco Cataldo Verrina //
Un libro con una copertina bianca potrebbe apparire un’opera incompleta o, comunque, fatta al risparmio. Nel mondo dell’editoria, l’espressione «libro bianco» sta a significare un insieme di documenti o di testimonianze che hanno lo scopo di denunciare un particolare problema, di sintetizzarlo e farlo affiorare. Il jazz non è un problema, ma il mondo del jazz ha i suoi problemi: ancora intorno al fenomeno , dopo cento anni, c’è molta confusione ed i luoghi comuni si sprecano. Nel tempo, i libri bianchi si sono diffusi anche tra i professionisti e soprattutto tra gli intellettuali. Il loro scopo è sviscerare problematiche relative a quel dato argomento, fare una summa e proporre soluzioni. In questo caso si danno istruzioni per l’uso. Come dire che trattasi di pratiche di primo soccorso per coloro che sia vvicinano al jazz anche con una certa diffidenza. Una piccola cassetta degli attrezzi per la sopravvivenza nel caos dell’iperproduzione editoriale, una ciambella di salvataggio per chi non ancora imparato a nuotare nle mare magnum del jazz tout-court.
Di sicuro il Jazz non è materia contenibile, canalizzabile e facilmente malleabile, ma tramite i brevi saggi di alcuni studiosi a vario titolo, Guido Michelone cerca di giungere ad una sintesi dando una serie di indicazioni ed istruzioni, che pur nella brevità dell’opuscolo, riescono ad essere esaustive, specie per il neofita o il principiante. Che cos’è il jazz o che cosa potrebbe essere? Come rapportarlo ad altre fenomenologie artistiche, alla filosofia, alla religione. Il jazz nell sue forme evolutive, sintetizzate magnificamente da Michelone quasi sotto forma di un Bignami a presa rapida. Il libretto bianco contiene anche un utile glossario ed una bibliografia essenziale, almeno secondo l’autore. Il Jazz schematizzato in maniera chiara e netta, senza smarrire i contorni di una storia centenaria che ha contribuito a modificare in maniera netta e indelebile il panorama della musica a livello planetario. L’impianto del libro è costruito su testi di Guido Michelone, Arrigo Cappelletti, Stefano Zenni, Francesco Brugnetta, Massimo Donà e Laszlo Kovacs.
“Il Jazz; Istruzioni per il riuso”, edito da Melville è una formula narrativa indirizzata di certo non agli addetti ai lavori, ai jazzisti o agli esperti di musica, ma all’uomo della strada che intende comprenderne in maniera rapida, e senza troppo sforzo, la genesi, le vicende artistiche, musicali e discografiche del jazz, attraverso una concentrazione di idee che, al primo impatto, potrebbe risultare perfino esaustiva, ma che spinge il lettore ad approfondire e ad allargare i propri orizzonti.